- Aiways What’s next? – Una conversazione con Pedro Faria, fondatore e membro del consiglio di amministrazione dell’Associação de Utilizadores de Veículos Eléctricos (Associazione degli utilizzatori dei veicoli elettrici) in Portogallo
- La mobilità elettrica non viene sempre compresa del tutto
- Dobbiamo superare i pregiudizi comuni
- L’esperienza personale vale più di tante parole
Shanghai/Monaco, 20 aprile 2022 – Con il titolo Aiways “What’s next?”, Aiways prosegue la sua serie di interviste con figure di spicco dell’industria, del commercio e della politica. Il settimo protagonista intervistato è Pedro Faria, fondatore e membro del consiglio di amministrazione dell’Associação de Utilizadores de Veículos Electronics (UVE) -Associazione degli utilizzatori dei veicoli elettrici- in Portogallo. Alexander Klose, Vice President of Overseas Operations di Aiways, e Pedro Faria hanno parlato di come superare i pregiudizi che riguardano la mobilità elettrica. Insieme a sua moglie Carla, Pedro Faria ha viaggiato da Lisbona, in Portogallo, fino ad Anversa, in Belgio, al volante del SUV Aiways U5 per partecipare al primo evento Aiways U6ion che si è svolto lo scorso mese, dimostrando che l’auto elettrica è perfetta anche per i lunghi viaggi.
Com’è stato il viaggio?
Pedro Faria: “Meraviglioso. Abbiamo percorso più di 2.100 km in totale, dividendo il viaggio in tre tappe: la prima notte abbiamo soggiornato a San Sebastián, mentre la seconda a Parigi, per poi raggiungere da lì Anversa in breve tempo”.
Avevi un piano di viaggio specifico?
Pedro Faria: “No, per fortuna i tempi sono cambiati: non occorre pianificare nei minimi dettagli ogni viaggio. Anche se la rete di ricarica in Spagna e Francia non è ancora così sviluppata come in Belgio, nei Paesi Bassi o in Germania, ciò non rappresenta più un grande problema, specialmente se si viaggia sulle autostrade. Avevamo un solo obiettivo: arrivare a destinazione il prima possibile, proprio come succede con un veicolo con motore a combustione interna (ICE). Abbiamo guidato alla velocità consigliata, che in Francia è di 130 km/h”.
Alexander Klose: “Anche io la scorsa estate ho notato la differenza tra le diverse reti di ricarica durante alcuni test drive. Ciò che mi interessa particolarmente del vostro viaggio sono i km che avete percorso per ogni tappa e il consumo, considerato che il clima era ancora relativamente fresco”.
Pedro Faria: “Valutando traffico, topografia e velocità, abbiamo diviso ogni tappa in modo da percorrere, in media, 200 o 220 km tra una sosta e l’altra. Fare soste brevi, di circa 30 minuti, è stata la decisione giusta, grazie alle buone prestazioni di ricarica del SUV.Aiways U5 abbiamo recuperato circa l’80% di ricarica ad ogni tappa”.
Come avete programmato le tappe?
Pedro Faria: “Abbiamo usato Apple CarPlay che funziona in maniera molto intuitiva e le mappe per la navigazione. Si è rivelata un’ottima soluzione, specialmente per la disponibilità dei dati sul traffico in tempo reale. Abbiamo usato l’app “A Better Routeplanner” per individuare i punti di ricarica lungo il percorso. Questa applicazione ti consente di scaricare i dati di consumo da un database e di adattarli alle tue esigenze. Per esempio, abbiamo tarato il consumo medio di energia sulla base della velocità media che abbiamo tenuto in autostrada, e questo ci ha semplificato la programmazione delle soste. Secondo me, una soluzione automatica “in tempo reale” sarebbe ottima, in modo che l’auto e l’app comunichino tra di loro, integrando direttamente nella programmazione del percorso i dati del livello di carica rispetto alla destinazione”.
Alexander Klose: “La comunicazione tra il veicolo e l’app è uno dei fattori importanti su cui ci stiamo concentrando. Molti clienti hanno già espresso il loro desiderio di integrare nella programmazione del percorso una connessione in tempo reale della batteria e dei dati relativi al consumo. Tuttavia, riteniamo che le soluzioni con chiavi di sicurezza esterne tramite porta diagnostica non siano sufficientemente pratiche, pertanto stiamo lavorando su una soluzione unicamente basata su software che con tutta probabilità riusciremo a presentare nel prossimo futuro. In questo modo, saremo in grado di offrire uno dei migliori strumenti di programmazione della ricarica e dei percorsi disponibili sul mercato”.
Come funzionano le ricariche e le infrastrutture in Portogallo?
Pedro Faria: “Qui siamo in una posizione molto favorevole, perché la dimensione relativamente ridotta del nostro paese rappresenta un grande vantaggio. Fin dall’inizio, il governo ha pensato alla standardizzazione della rete di ricarica. Il risultato è un’organizzazione statale che gestisce la fatturazione di tutte le stazioni di ricarica pubbliche: quindi la modalità resta sempre la stessa per l’utente in ogni punto di ricarica, indipendentemente dall’operatore. Questo è un notevole vantaggio se guardiamo ad altri paesi che invece adottano modelli diversi. Qui funziona senza dubbio in maniera adeguata e attualmente non ci sono problemi. In Portogallo si può ricaricare ovunque, con qualsiasi tessera”.
Alexander Klose: “Una soluzione davvero entusiasmante. L’organizzazione e la standardizzazione dei metodi di pagamento sono certamente tematiche su cui si può lavorare e apportare miglioramenti. Poi ci sono anche tanti altri aspetti da monitorare per poter offrire ai nostri clienti il massimo in termini di comfort e vantaggi. Il nostro obiettivo è fornire agli utenti un’esperienza fluida e senza interruzioni: la soluzione migliore sarebbe che, una volta collegata la presa di ricarica, qualsiasi interazione tra veicolo e dispositivo avvenisse in background, incluso il processo di pagamento. Senza questo, il cliente deve restare sempre aggiornato e disporre di diverse tessere di ricarica”.
Restare aggiornati è un’ottima parola chiave: in che modo si possono convincere i clienti sul fronte della mobilità elettrica?
Pedro Faria: “Per creare un punto di confronto sul tema dei veicoli elettrici e far conoscere i loro vantaggi a un pubblico più ampio, abbiamo fondato UVE, un’associazione dove i primi utenti della mobilità elettrica si sono riuniti. UVE ora è molto di più: una sorta di club automobilistico per la mobilità elettrica. Forniamo informazioni, indipendenti dal produttore, su un’ampia gamma di modelli, che diventano consigli preziosi in fase di scelta e di acquisto. Punta di diamante dell’associazione è senza dubbio il nostro evento annuale nel quale invitiamo non soltanto i produttori con l’intera gamma dei loro modelli, ma anche gli operatori della rete di ricarica, i produttori di wall box, meccatronici e guidatori di auto elettriche. È più di una fiera o di un forum, è un festival. E gioca un ruolo chiave, in virtù del fatto che la mobilità elettrica si sta diffondendo su larga scala e non è più un fenomeno marginale relegato alle auto aziendali”.
Alexander Klose: “Lo ritengo un ottimo approccio, senza dubbio efficace, soprattutto perché l’auto elettrica deve essere spiegata da coloro che conoscono l’argomento.
Si può raccontare la vettura in un modo completamente differente, anche perché guidare elettrico suscita domande del tutto nuove tra i clienti. E siamo anche aperti a modalità di vendita nuove e diverse, oltre quella tradizionale. Vogliamo fornire la migliore consulenza possibile”.
Pedro Faria: “La consulenza di un esperto è davvero fondamentale e lo vediamo ogni giorno anche noi in UVE. Perché una brochure o una visualizzazione nel configuratore sono una cosa, ma comprendere appieno e vivere l’esperienza della mobilità elettrica nella vita di tutti i giorni è qualcosa di completamente diverso. La maggior parte delle persone interessate si scopre già entusiasta dopo la prima prova e assolutamente convinta dopo il primo weekend di test drive. I pregiudizi possono essere eliminati soltanto in un modo: mettendosi alla guida di un’auto elettrica. Solo così se ne potranno comprendere gli effettivi vantaggi”.
Ufficio Stampa Aiways Italia – Anicecommunication